giovedì, Novembre 21, 2024
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Acilia. Unione Inquilini: le persone non sono pacchi postali. L’incredibile storia di 7 famiglie poste sotto diffida in pieno ferragosto per lavori strutturali sulla palazzina e da 10 anni puntellati in casa

COMUNICATO STAMPA

Una storia di ordinaria burocrazia, artefice il Dipartimento politiche abitative del Comune di Roma e vittime 7 famiglie assegnatarie di Acilia.

La palazzina in cui abitano, tra l’altro un condominio misto, necessita da oltre 10 anni di interventi strutturali che nessuno nega, anzi che sono stati diverse volte sollecitati e che il servizio competente ha gravemente ritardato, solo da metà Aprile il Comune di Roma si attiva per l’esecuzione lavori, malgrado le richieste di incontro per valutare l’itera situazione e trovare preventivamente le soluzioni idonee per il tempo necessario degli interventi da sostenere, circa 18 mesi, con un vero accompagnamento sociale che prevedesse alloggi alternativi, idonei alle esigenze familiari e lavorative dei nuclei interessati.

La situazione precipita all’improvviso, guarda caso nel periodo di Ferragosto, e, dopo settimane di latitanza, le famiglie vengono poste di fronte all’aut aut di dover sloggiare in quattro e quattr’otto, senza però che venissero approntate le misure necessarie previste da un vero accompagnamento sociale, considerando che ci troviamo di fronte a situazioni di accertata grave fragilità: ad oggi mancano informazioni su ditta incaricata per i traslochi (considerato che alcuni nuclei sono fisicamente impossibilitati ad occuparsene); depositi per il mobilio eccedente (considerando che ad alcune famiglie sono stati proposti alloggi temporanei di molto inferiori a quelli in assegnazione); allo stato attuale solo proposte verbali di sistemazione temporanea non congrue.

Per tali ragioni, le famiglie hanno rifiutato questa procedura in cui si sono sentite trattate come pacchi postali e l’Unione Inquilini ha responsabilmente chiesto una brevissima sospensione ai fini di giungere a una positiva definizione della vicenda, subito alla ripresa di settembre.

Incredibilmente e paradossalmente, dopo anni di inerzia e ritardi, il Dipartimento che ne è il vero ed unico responsabile, ha pensato di scaricare responsabilità che sono proprie addosso alle famiglie con una diffida, inviata anche al Prefetto il 13 Agosto.

Un comportamento che non possiamo accettare o condividere e che riteniamo un modo, anche un po’ maldestro, di scaricabarile.

Da parte nostra, rinnoviamo la disponibilità a un incontro che possa determinare un esito positivo di questa spiacevole vicenda, realizzando in tempi brevissimi una forma vera e seria di accompagnamento sociale che soddisfi le condizioni abitative, familiari e lavorative delle famiglie coinvolte.

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