venerdì, Novembre 22, 2024
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La mobilitazione contro il ddl Sicurezza: la lettera aperta alle città e alla stampa

LETTERA APERTA ALLA CITTÀ
IL DDL SICUREZZA REPRIME DISSENSO E SOLIDARIETÀ

Il ddl Sicurezza, in discussione alla Camera, si abbatterà come una scure sulle città italiane già lasciate sole dal Governo Meloni a fronteggiare la povertà dilagante che imperversa nel nostro paese.
I Comuni dovranno confrontarsi con l’autonomia differenziata che andrà ad incidere ancor più sulle disuguaglianze e sul fronte abitativo, dopo il decennale scardinamento delle politiche, con la mancanza di qualsiasi strumento, come il contributo affitto scomparso nella legge di Bilancio, per supportare le famiglie in difficoltà.
L’intero testo mira all’annientamento del dissenso e all’articolo 8 si criminalizzano coloro che occupano per necessità stabili pubblici, privati in abbandono e alloggi pubblici.
Il governo se la prende con i poveri e con chi li difende e non contro il racket delle organizzazioni criminali che prosperano nei loro affari sporchi grazie all’assenza di risposte sociali da parte dello Stato.
Lo Stato tratta sindacati e associazioni come fa con i volontari che cercano di salvare le vite nel mare, come criminali.
Siamo i primi a ritenere inaccettabile l’occupazione di un alloggio ai danni di un anziano che si reca presso un ospedale per le cure e riteniamo che vada liberato immediatamente per essere restituito al legittimo assegnatario in tempi brevi, ma per questo come già accade basterebbe emanare linee guida per interventi immediati e uniformi sul territorio nazionale. Salvo poi perseguire l’occupante abusivo, lasciando al giudice la eventuale valutazione del fatto e l’eventuale applicazione dell’articolo 54 del codice di procedura penale sulla lievità del fatto in presenza per esempio di minori. Le leggi ci sono, basterebbe applicarle.
Il Governo invece colpirà con pene dai 2 ai 7 anni chi occupa, ma ignora le 650 mila famiglie che sono in graduatoria per una casa popolare, le 200 mila famiglie che ogni anno vengono sfrattate, di cui il 90% per morosità e i170 mila nuclei sui quali pendono pignoramenti perché impossibilitate a pagare il mutuo.
Con 6 milioni di persone in povertà assoluta nel nostro paese ci si dovrebbe aspettare una guerra alla povertà ed invece ci ritroviamo il Governo a ingaggiare una guerra ai poveri.
Ma il Governo non si ferma alla persecuzione dei poveri, con il Ddl Sicurezza si vuole colpire anche il dissenso con pene previste per gli attivisti che si organizzano a sostegno dei precari della casa. Basterà organizzare un picchetto antisfratto, costruire una cassa di resistenza per finire in carcere.
Ricordiamo che quando si sostiene una occupazione o si fa un picchetto contro uno sfratto, gli attivisti non agiscono contro il diritto di proprietà che la costituzione riconosce, nella sua funzione sociale. I difensori per i diritti umani intervengono a difesa di quei nuclei che la legge e i trattati affermano abbiano diritto a forme di protezione.
Se annientiamo la solidarietà, chi ci sarà a ricordare la necessità di risarcire le famiglie in attesa inutile di una casa popolare? Dovremo rimanere a guardare, mentre in barba a ogni diritto si abbatte la violenza sui bambini, invalidi e anziani?
L’Italia ha sottoscritto i Trattati internazionali in materia di salvaguardia dei diritti umani, il Diritto alla casa sancito dall’articolo 11 del “Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali”.
L’Italia ha l’obbligo di impedire lo sfratto senza passaggio da casa a casa per chi non ha reddito sufficiente per il libero mercato, è malato, ha minori in casa, è anziano.
Per questo di recente Unione Inquilini ha scritto al Relatore Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto a un Alloggio Adeguato per chiedere un intervento sul Governo italiano. Non è tollerabile questo attacco alla solidarietà che mira ad annichilire il dissenso.
Ci chiediamo se i Comuni ora saranno pronti ad arginare questo ulteriore aggravamento della situazione oppure si schiereranno per fermare la barbarie.

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