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Unione Inquilini Fiumicino scrive al governo: il progetto del porto crocieristico e l’impatto sulla condizione abitativa

Una analisi dettagliata e documentata degli impatti ambientali potenzialmente devastanti non solo sulla qualità ambientale ma anche sulla qualità dell’abitare in una situazione già di acutissima tensione. Il progetto del governo non tiene minimamente conto di questi impatti e dei processi di gentrificazione che comporterà la realizzazione del progetto. Di seguito il testo del documento, ampliamente dettagliato e documentato

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Alla CA
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Comune di Roma
Comune di Fiumicino
Regione Lazio
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Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
Procura della Repubblica di Roma
Procura della Repubblica di Civitavecchia

OGGETTO: Osservazioni dell’associazione Sindacale UNIONE INQUILINI FIUMICINO
relative al Progetto per la realizzazione del Porto turistico-crocieristico di Fiumicino

  • Isola Sacra, codice procedura 10397
    Impatti Economici, Sociali e Culturali della Realizzazione del Porto Crocieristico di
    Fiumicino e focus sulla qualità dell’abitare
    Introduzione
    La realizzazione del porto crocieristico di Fiumicino solleva importanti questioni
    legate agli impatti economici, sociali e culturali e qualità dell’abitare. Questa relazione si
    concentra sull’analisi delle criticità, evidenziando le principali problematiche e lacune dello
    stesso.
    Criticità Economiche, Sociali e Culturali e qualità dell’abitare.
  1. Insostenibilità Economica del Progetto
    Il progetto presenta numerose lacune finanziarie, con costi elevati che non sono
    adeguatamente giustificati o coperti. La mancanza di piani di finanziamento certi solleva
    seri dubbi sulla sostenibilità economica dell’intero progetto. Le risposte contenute nel
    documento “RISCONTRO RICHIESTE INTEGRAZIONI MINISTERI” non affrontano
    adeguatamente queste criticità, lasciando irrisolti i dubbi sollevati.
  2. Impatti Negativi sul Turismo Locale
    La costruzione del porto crocieristico potrebbe avere impatti negativi sul turismo locale,
    compromettendo l’attrattività delle aree naturali protette e dei siti archeologici. La presenza
    di un grande porto potrebbe alterare l’immagine turistica della zona, scoraggiando i
    visitatori interessati alla natura e alla cultura. Lo studio di impatto economico non
    considera adeguatamente questi effetti, omettendo di valutare l’impatto complessivo sul
    turismo locale.
    Come rilevano i dati dello studio condotto dalla rivista scientifica Science Direct il
    cliente medio delle crociere sulla terraferma spende meno degli altri turisti, perché
    tendenzialmente passa poco tempo nella città in cui attracca la nave, usufruisce di
    pacchetti di servizi da parte della compagnia e tende a completarli con altri prodotti e
    servizi acquistati sempre sulla nave. In compenso, i costi complessivi delle esternalità
    ambientali connesse al turismo da crociera sono pari a sette volte i benefici di cui
    godono le località sul piano economico e sono solo parzialmente compensati dai costi
    sostenuti dalle compagnie crocieristiche per l’attracco; queste, infatti, vengono pagate ai
    Terminal Passeggeri, che spesso sono gestiti da società private. Inoltre, le città di porto
    possono dover affrontare ulteriori problemi, come Trieste, dove sole due grandi navi
    assorbono il 33% del fabbisogno energetico dell’intera città. Una grande quantità di
    turisti che si riversa per un breve periodo in uno stesso luogo porta con sé spazzatura,
    inquinamento e consumi fortemente concentrati nello spazio e nel tempo, ma spinge
    anche l’economia del posto ad adattarsi, con trattorie locali che diventano ristoranti a
    menù turistico, botteghe che si reinventano come negozi di souvenir – realizzati a livello
    industriale, magari dall’altra parte del mondo, senza guadagno per gli artigiani locali – e
    un costo della vita che, nei casi di maggior richiamo turistico, si gonfia per trarre il
    massimo da questi brevi passaggi, può diventare proibitivo per i cittadini.
    L’Italia con le sue bellezze naturali, artistiche e architettoniche attrae ogni anno
    milioni di turisti da tutto il mondo (più di 400 milioni nel 2019 prima dello scoppio della
    pandemia); questo fenomeno di massa si realizza per di più in uno dei Paesi più colpito
    dalla crisi climatica, dove il riscaldamento climatico prosegue a un ritmo più rapido del
    20% rispetto alla media globale. È chiaro che quando si parla di sostenibilità e
    transizione ecologica bisogna includere anche il turismo, come richiesto dalla Dichiarazione di Glasgow dedicato all’azione climatica nel turismo. È necessario alleggerire le poche località che accolgono la stragrande maggioranza dei turisti (in Italia, per esempio, un terzo dei visitatori si concentra in appena 20 comuni), distribuendoli in modo più equo.
  3. Precedenti di Impatti Economici e Sociali Negativi in Altri Porti
    L’esperienza di altri porti crocieristici nel mondo evidenzia gli impatti economici e sociali negativi dovuti alla costruzione di grandi infrastrutture, ciò, non solo sugli impatti ambientali e urbanistici, ma anche per lo specifico della condizione abitativa, che è già
    inserita in un contesto di forte criticità e di acuta tensione. Avanziamo solo alcune di tali
    criticità: la sottrazione di ulteriori alloggi all’affitto residenziale per rivolgersi al mercato dei
    cosiddetti “affitti brevi”; le conseguenze inevitabili che queste tensioni determineranno
    rispetto ad ulteriori richieste di nuovi sfratti e ulteriori richieste di esecuzione forzata; la
    mancanza di alcuna previsione di interventi, almeno di mitigazione di questi impatti attraverso progetti di incremento di alloggi di edilizia residenziale pubblica; le conseguenze
    di tali tensioni rispetto a una ulteriore espulsione della residenza popolare.
    Ad esempio, la costruzione del porto di Miami ha portato a un aumento dei costi della
    vita e alla gentrificazione, con conseguenti problemi per le comunità locali. Questi
    precedenti sottolineano l’importanza di considerare attentamente gli impatti economici e
    sociali prima di procedere con il progetto.
    L’Alaska, per esempio, prova a difendersi dal traffico marittimo e dal turismo selvaggio.
    La capitale Juneau, infatti, ha deciso di porre un freno alle navi da crociera limitando il
    numero di passeggeri in arrivo al porto. La decisione è stata presa in seguito all’impennata
    di passeggeri del 2023, giunta alla cifra record di 1,65 milioni che di conseguenza ha fatto
    crescere la preoccupazione per l’impatto del turismo, sia a livello ambientale che in termini
    di qualità della vita dei residenti.
    Situata sul canale Gatineau, nel sud dell’Alaska, Juneau ha una popolazione di 32.000
    abitanti e l’anno scorso ha ricevuto la cifra record di 1,65 milioni di passeggeri di navi da
    crociera, con un aumento del 23% rispetto al massimo precedente. Mentre molte attività
    commerciali incoraggiano il traffico marittimo spinte dal guadagno, molti residenti si dicono infastiditi dal ronzio degli elicotteri, dalle strade e dai sentieri escursionistici affollati nonché dai danni causati all’ambiente locale.
    La congestione del traffico non solo influisce sulla viabilità, ma ha anche un impatto
    diretto sulla qualità della vita dei residenti. L’aumento del traffico veicolare porta a livelli
    più elevati di inquinamento atmosferico e acustico, che possono causare problemi di salute
    e ridurre il benessere generale. Gli studi hanno dimostrato che l’esposizione prolungata
    all’inquinamento atmosferico e al rumore del traffico può causare malattie respiratorie,
    cardiovascolari e disturbi del sonno.
    Juneau non è l’unica città costretta a difendersi dal crescente impatto sociale e ambientale delle navi da crociera: in Italia, infatti, nello specifico a Venezia, le navi da crociera non possono entrare nel canale della Giudecca e si sta lavorando su soluzioni concrete contro il fortissimo aumento delle locazioni brevi che ha causato lo spopolamento dei veneziani dal loro centro città, la vicinissima Civitavecchia distante circa 60 km da Fiumicino, che con il suo primato di accoglienza di 103 navi da crociera nel 2023 e già provata dalla presenza della Centrale a Carbone e il devastante impatto ambientalistico di questa opera, risulta oggi essere una “città dormiente” con un innalzamento importante della popolazione in terza età, evidenziando di fatto, uno spopolamento dei giovani nativi verso la Capitale Romana. Il disastro avvenuto nel 2012 all’Isola del Giglio della Costa Concordia ha mostrato tutta l’incapacità di gestire fenomeni di tale portata per perdite di vite umane e per danni da disastro ambientale.
    Ed ancora in Europa, altri esempi importanti di città come Barcellona dove le grandi navi
    hanno un accesso limitato ed è proprio notizia di questi giorni a mezzo stampa, della scelta
    del Sindaco di eliminare entro il 2028 tutti gli alloggi turistici in città viste le devastanti
    ripercussioni sociali, Amsterdam invece ha introdotto una tassa giornaliera sui passeggeri.
    In questo scenario le compagnie crocieristiche, invece, a supporto di un mercato in
    costante aumento hanno la necessità di navi sempre più grandi, difatti, a gennaio 2024 è
    stata varata la nave da crociera più grande del mondo, la Icon of the Seas, proprio della
    Royal Caribbean, che si eleva su 20 ponti sopra il livello del mare con una capacità di oltre
    7.000 persone tra passeggeri ed equipaggio a bordo è ospitato il parco acquatico più
    grande del mondo su una nave. A dimostrazione di come la qualità della vita dei porti di
    attracco sia a rischio, dovuto dallo spostamento di masse di tale portata.
  4. Dislocamento della Comunità Locale, Gentrificazione e disagio abitativo
    La costruzione del porto comporterà inevitabilmente il dislocamento di alcune comunità
    locali, con conseguenti impatti sociali e culturali. La mancanza di piani dettagliati per la
    gestione del dislocamento e il supporto alle comunità interessate solleva seri dubbi sulla
    capacità del progetto di rispettare i diritti e le esigenze dei residenti locali.
    Fiumicino è un paese con una popolazione in crescita costante di circa 83.000 abitanti e
    risulta essere un comune ad ALTA TENSIONE ABITATIVA come da elenco del CIPE del
    Ministero delle Infrastrutture, negli ultimi anni, grazie anche alla presenza dell’aeroporto
    internazionale Leonardo Da Vinci, abbiamo già assistito ad un cambiamento del mercato
    immobiliare locale importante, che ha visto la nascita di moltissime strutture per la locazione di breve durata ed un aumento importante dei canoni di locazione che posiziona
    Fiumicino nella classifica nazionale tra i comuni d’Italia con costi di locazione più alti d’Italia, limitando di fatto l’accesso ad una abitazione a lunga periodo alle famiglie e
    negando di conseguenza stabilità abitativa ai nuclei. Proprio nel 2023 arriva la condanna ad
    AIRBNB per l’evasione al fisco italiano di oltre € 570 mln, a dimostrazione di un mercato
    immobiliare in estrema sofferenza in tutto lo stivale.
    In questo clima, non possiamo non tener da conto, il numero delle domande di edilizia
    residenziale pubblica in forte aumento di anno in anno raggiungendo un record di richieste,
    con la pubblicazione dell’ultima graduatoria del Comune di Fiumicino del 31 Maggio 2024,
    di oltre 720 famiglie in attesa di un’assegnazione di casa popolare.
    I dati ISTAT pubblicati nel 2024 ci dicono che le sentenze di sfratto per morosità incolpevole e con forza pubblica sono aumentate del 218% e ad oggi la Pubblica Amministrazione non ha mai affrontato in maniera organica e strutturale il disagio abitativo con la convocazione di un tavolo permanente sull’abitare e che nel 90% dei casi di sfratto alle famiglie non viene fornita l’adeguata assistenza e non viene garantito un passaggio “casa a casa”, lasciando in strada anche minori e invalidi, violando palesemente tutti i trattati internazionali sui diritti fondamentali dell’uomo, non ultimo il PIDESC (patto internazionale diritti economici culturali e sociali del Comitato Onu) che l’Italia ha ratificato e pubblicato in gazzetta il 26 Ottobre 2014, per la quale al momento pendono più ricorsi di nuclei residenti nel Comune di Fiumicino con palese violazione dei diritti umani nell’esecuzione di uno sfratto eseguito su famiglie in situazione di fragilità economica, culturale e sociale.
  5. Mancanza di Benefici Economici Certi
    I benefici economici previsti dal progetto, come l’aumento dell’occupazione e del PIL locale, non sono adeguatamente giustificati e quantificati. Le risposte fornite dai progettisti non offrono sufficienti garanzie sui benefici economici, sollevando dubbi sulla reale capacità del progetto di portare vantaggi economici alla comunità locale.
    Conclusioni
    Alla luce delle criticità evidenziate, della mancanza di un welfare sociale e politiche abitative strutturali, il progetto per la realizzazione del porto crocieristico di Fiumicino risulta non viabile. Le lacune metodologiche e progettuali nella valutazione degli impatti economici e sociali, unite ai potenziali pericoli per le comunità locali e per l’economia, rendono impraticabile la realizzazione dell’opera nello stato attuale. Si raccomanda una revisione completa del progetto, con studi aggiuntivi e più accurati che considerino tutte le
    criticità emerse, al fine di garantire la sostenibilità economica e sociale del progetto.
    UNIONE INQUILINI
    Membro Segreteria Nazionale
    Emanuela Isopo

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