Si è svolto lunedì 17 giugno l’incontro finale del Tavolo per l’abitare promosso dal Comune di Padova, presenti organizzazioni sociali e sindacali, terzo settore, fondazioni e banche, assente ATER Padova, tra i protagonisti negativi della crisi abitativa in città.
L’impegno dell’Unione Inquilini per una vera Alleanza per l’abitare che condivida la necessità di politiche fondate sulla casa come diritto
Con tutta la buona volontà l’Unione Inquilini ha partecipato per chiedere politiche fondate sulla casa come diritto. Durante le quattro giornate di lavoro abbiamo presentato proposte fattibili sul piano locale per fronteggiare la crisi abitativa causata dall’approccio fondato sulla rendita immobiliare e l’abbandono del settore pubblico.
Abbiamo contribuito con grande impegno, indicando soluzioni che rispondano agli obblighi costituzionali e normativi di tutelare il diritto umano alla casa, ma il “diritto alla casa” non è citato nemmeno una volta.
Abbiamo sottolineato: il tempo è una risorsa scarsa, l’esplosione degli affitti brevi sta cacciando gli abitanti e allontanando gli studenti, gli inquilini delle case private e popolari sono pressati da spese condominiali insostenibili e già subiscono la chiusura delle utenze, gli sfratti e i pignoramenti aumentano.
Poiché il Comune ha presentato il Tavolo come la base per creare un’Alleanza per l’abitare, avevamo chiesto che tutti i partecipanti potessero vedere il report prima di essere presentato pubblicamente, ma l’assessora alla casa Benciolini lo ha negato. Il report finale è composto infatti da 58 slides che riducono l’ambito alla crisi abitativa della fascia “grigia”, cioé le classi medie impoverite, lasciando fuori il grosso, cioé le 1.848 famiglie in lista di attesa infinita per la casa popolare, con proposte in cui spicca l’attenzione tutta ideologica alle garanzie per la proprietà, alla redditività degli investimenti, al ruolo del pubblico come facilitatore di un partenariato che coinvolge il terzo settore per tappare i buchi, non per politiche decise.
Le proposte Unione Inquilini: autorecupero, locazione degli alloggi pignorati, case popolari gratis al Comune in cambio di interventi urbanistici
L’assenza di ATER Padova, le pretese delle banche, il terzo settore tappabuchi, la subalternità del Comune, il topolino ideologico
Molti i partecipanti, è pesata l’assenza di ATER Padova. Anziché essere attore per la soluzione della crisi abitativa, ne è tra gli artefici. Malgrado il continuo aumento delle famiglie in liste d’attesa, attua le politiche governative e della regione Veneto di demolizione dell’edilizia residenziale pubblica, continua a vendere le case popolari e ad incrementare il numero delle case sfitte, sta procedendo con gli sfratti malgrado la morosità sia incolpevole. Perciò non è stato possibile discutere concretamente le nostre proposte di autorecupero abitativo, come si fa in altre regioni con risparmi del 30-40% rispetto all’intervento pubblico. L’assessora alla casa non ha voluto raccogliere nemmeno la proposta di creare un tavolo tecnico per gli alloggi di proprietà comunale.
Le banche e fondazioni erano invece presenti, ma solo per offrire disponibilità a canalizzare investimenti “di impatto”, capaci di garantire redditività del 13-14% nei processi di rigenerazione urbana e avere dal comune garanzie sulla “bancabilità” degli inquilini, sui “microcrediti”, cioé i prestiti agli inquilini morosi. Le banche non hanno invece voluto discutere le nostre proposte di assegnare in locazione i moltissimi alloggi pignorati alle persone che ne hanno bisogno, né l’assessora alla casa ha accolto la proposta di un tavolo tecnico.
Infine, il Comune non ha accettato la proposta di un tavolo per discutere le proposte di usare la leva urbanistica per incidere sulla crisi abitativa dettagliate dall’architetto Luisa Calimani per una città inclusiva capace di mixité sociale e di futuro, non asservita alla rendita finanziaria e dell’industria turistica: stabilire che una percentuale di tutti gli interventi immobiliari, inclusa la rigenerazione urbana, siano destinati alla locazione di edilizia residenziale pubblica e sociale acquisita dal Comune a scomputo degli oneri di urbanizzazione e del contributo straordinario, stabilire la realizzazione di case popolari come standard urbanistico.
A conclusione di quattro giornate di lavoro intenso, delle 6 azioni affisse nel report finale, l’unica proposta concreta del Comune è stata un bando per la creazione di una Agenzia per l’abitare, finanziata con 100.000 Euro del PNRR, un topolino ideologico assai lontano dalla possibilità di offrire risposte adeguate.
Tutto il resto è un mero elenco di intenzioni.
Il Patto sociale per l’abitare di cui parla il Comune non può fondarsi sulla banale constatazione della crisi abitativa, deve fondarsi sulla condivisione che si può risolvere con un approccio fondato sulla casa come diritto.
Continuiamo la mobilitazione costruendo anche a Padova il Social Forum dell’abitare.
Il Comune di Padova faccia vivere l’Alleanza per l’abitare rispondendo positivamente alle proposte.
Nel frattempo, moratoria degli sfratti
Non ci rassegniamo: l’Unione Inquilini invita a dialogare e a mobilitarsi tutti i soggetti che vogliono impegnarsi concretamente, costruendo anche a Padova l’articolazione del Forum Sociale per l’Abitare lanciata a livello nazionale lo scorso aprile a Bologna.
Se il Comune di Padova vuole davvero costruire un’Alleanza sociale per la casa capace di dialogare, stabilisca rapidamente i tavoli tecnici con la partecipazione dei soggetti impegnati nel Tavolo sui temi indicati: autorecupero, assegnazione degli alloggi pignorati e utilizzo delle leve urbanistiche per aumentare il numero e la qualità dell’edilizia residenziale pubblica e sociale.
Nel frattempo, coinvolga anche i comuni della Provincia e lanci un pressante appello, assieme alla Prefettura, alla proprietà immobiliare per una moratoria degli sfratti per tutto il tempo necessario affinché queste proposte diano soluzioni.
Unione Inquilini Padova