Questa mattina come Unione Inquilini di Bergamo e Casa delle Donne di Treviglio abbiamo bloccato l’esecuzione di uno sfratto in quanto lesivo di fondamentali diritti umani. Molto partecipato il presidio indetto davanti all’abitazione in cui è presente l’alloggio sottoposto a sfratto. Lo sfratto, se effettuato, avrebbe colpito oltre che l’affittuaria (una donna disoccupata), una famiglia composta da una donna con tre figli a carico (di cui due minorenni) sfuggita dall’ex marito violento. Una famiglia oggetto a suo tempo di un provvedimento di protezione da parte del Tribunale di Bergamo. Come ha sottolineato Ezio Locatelli di Unione Inquilini, già parlamentare e Consigliere regionale, “una famiglia in condizioni di vulnerabilità, da proteggere non da buttare in mezzo alla strada”. Con la proprietà dell’appartamento (piccoli proprietari) e l’Ufficiale giudiziario si è convenuto uno slittamento dell’esecutività dello sfratto a fine marzo di modo che sia dato il tempo necessario per negoziare con il Comune di Treviglio una soluzione abitativa alternativa. La famiglia in questione sta aspettando di avere una risposta alla domanda di casa popolare da parte di Aler che ha circa 700 alloggi vuoti in provincia di Bergamo. Il Comune di Treviglio non ha ancora individuato una soluzione abitativa alternativa. “Alla violenza di genere non si può aggiungere la violenza di un sistema che non dà risposte alla domanda abitativa” aggiunge Locatelli. “Il Comune di Treviglio assuma le sue responsabilità. In caso contrario, ma speriamo non sia necessario, ricorreremo all’autorità giudiziaria e al Comitato Onu sui Diritti Umani affinché adottino i necessari provvedimenti nei confronti del Comune”.