La dichiarazione di Silvia Paoluzzi Segretaria Nazionale Unione Inquilini
“I dati Istat sulla povertà assoluta usciti oggi rappresentano la drammatica situazione della precarietà abitativa. Dati che evidenziano come l’affitto incida sulla vita delle famiglie italiane. In un solo anno sono salite di 22.500 unità i nuclei in povertà assoluta.
Se nel 2022 le famiglie in povertà assoluta in affitto erano 983.400, nel 2023 i dati Istat ci dicono che sono diventate 1.031.900, quindi oltre il milione. Ci chiediamo cosa altro debba succedere ancora affinché il governo si renda conto che la condizione dell’affitto in Italia e la precarietà abitativa in Italia sono questioni fondamentali dell’ aumento della povertà e delle disuguaglianze. I nuclei in affitto rappresentano ormai sostanzialmente il 50% delle famiglie assolutamente povere in questo Paese.
Sia chiaro al Governo che quanto previsto dalla Legge Finanziaria è del tutto inefficace e non interviene su questa terribile piaga. Non è infatti regalando immobili alla rendita finanziaria, destinando al social housing le risorse che si riuscirà a frenare questa emorragia. Occorrono politiche abitative strutturali atte a intervenire sulla questione della povertà.”
Scheda sui dati della povertà delle famiglie in affitto, certificati dall’ISTAT:
LA POVERTÀ IN ITALIA E I NUCLEI IN AFFITTO:
Nel 2023, il 18,1% delle famiglie residenti in Italia paga un affitto per l’abitazione in cui vive; il 72,8%possiede, invece, un’abitazione di proprietà e le restanti sono in usufrutto o uso gratuito.
Sono circa un milione le famiglie povere in affitto, il 46,5% di tutte le famiglie povere, con un’incidenza di povertà assoluta del 21,6% contro il 4,7% di quelle che vivono in abitazioni di proprietà (quasi 907mila famiglie). Per queste famiglie l’incidenza più elevata si registra nel Mezzogiorno (23,8%), seguono le famiglie del Nord e del Centro (rispettivamente
21,0% e 19,9%). Per le famiglie proprietarie dell’immobile in cui vivono, l’incidenza si attesta su valori molto più contenuti, con il massimo nel Mezzogiorno (6,7%) e il minimo nel Centro (3,6%).
Tra le famiglie in affitto, l’incidenza di povertà assoluta è più elevata per le famiglie con persona di riferimento fra i 35 e i 44 anni (pari al 24,9%), mentre mostra valori più contenuti per quelle con persona di riferimento anziana, di 65 anni e oltre (17,3%), valori stabili rispetto al 2022. Le famiglie in affitto interamente composte da italiani mostrano valori dell’incidenza di povertà assoluta due volte e mezzo inferiori a quelli delle famiglie con almeno uno straniero (rispettivamente 15,0% e 37,0%); da segnalare come tra le famiglie povere con stranieri il 76,8% viva in affitto e soltanto il 12,5% abbia una casa di
proprietà contro, rispettivamente, il 32,7% e il 53,9% delle famiglie povere di soli italiani.
Rispetto al 2022, fra le famiglie proprietarie di un’abitazione si osserva una crescita dell’incidenza per le famiglie residenti al Centro, per le quali arriva al 3,6% dal 2,8% del 2022.
Nelle famiglie con minori, l’incidenza di povertà per quelle che vivono in affitto sale al 31% (in aumento rispetto al 27,1% del 2022), mentre l’incidenza per quelle che possiedono una abitazione si conferma al 6,2%.
L’affitto medio per le famiglie in povertà assoluta è pari a circa 371 euro mensili, contro i circa 435 euro pagati dalle famiglie che non sono in condizione di povertà. Il 16,4% delle famiglie in povertà assoluta che vivono in casa di proprietà paga un mutuo (contro il 19,9% delle famiglie non povere).