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Improvvisamente, con un blitz tipo “forze speciali di sicurezza”, gli assegnatari delle Case Armellini in Lungomare Duca degli Abruzzi, n. 58 e a seguire, si sono trovati inopinatamente operai che con un ponte mobile hanno sbarrato porte finestre per eliminare le ringhiere dei balconi, rendendone impraticabile l’accesso alle parti esterne.
Persone che erano uscite di casa, per la spesa o per il lavoro, al rientro hanno trovato questa sorpresa, senza essere stati minimamente avvertiti, creando disagi di diversa natura e impedendo alle persone di poter mettere in sicurezza tavoli, sedie, vasi, tralasciando il fatto che molti assegnatari usano quei spazi anche per lavatrici (qualcuna ancora con bucato in corso) e caldaie, senza avere tempistiche certe di ripristino.
Viene spontaneo domandarsi per la sicurezza di chi stanno eliminando le ringhiere se poi lasciamo tutti questi oggetti cadere sotto al primo vento che dal mare soffia.
Per la sicurezza di chi se poi gli inquilini osservano gli operai che lavorano senza sistemi di sicurezza, ad altezze di oltre 5 metri senza imbracature e moschettoni, senza teloni di sicurezza per oggetti che potrebbero cadere nei giardini dei piano terra.
Chiaramente la proprietà ha la responsabilità di lavori di manutenzione straordinaria, che tra l’altro necessitano da anni, che sono sicuramente urgenti e sono colpevolmente in ritardo.
Ma, l’Amministrazione Comunale che ha gli immobili in affitto da Armellini, attraverso gli uffici preposti, ha la responsabilità di tenere i rapporti con i sui assegnatari e, quindi, anche quello della preventiva comunicazione di interventi del genere, al fine di consentire ad ognuno di avere il tempo di provvedere a sistemare le proprie cose.
Se poi, cosa assai strana, Armellini non avesse concordato o avvertito in precedenza gli Uffici preposti dell’Amministrazione comunale, come dovuto per legge, dovrebbe essere suo compito promuovere una formale azione di richiesta di ripristino dei luoghi, per permettere alle famiglie di mettere in sicurezza le proprie cose e, successivamente intervenire nuovamente per avviare i lavori di ristrutturazione necessari, con procedure e modalità corrette.
Qualcuno deve rispondere di tali inadempienze. L’unica cosa certa è che le vittime sono gli assegnatari, trattati alla stregua di “cose”.
Qualcuno deve capire che la dignità delle persone è la prima cosa che va salvaguardata e che non si interviene in quel modo brutale e senza rispetto, calpestando diritti e pensiamo anche specifiche normative.
Per tali ragioni, come Unione Inquilini, ci siamo subito fatti portavoce di questa protesta e della richiesta che venga consentito alle famiglie, come dovuto, di riprendere oggetti e altro a cui è ora impedito l’accesso con un atto unilaterale e non comunicato.
La mobilitazione ha prodotto già un primo risultato e il prossimo 10 ottobre sono state convocate le commissioni sociale e politiche abitative del X Municipio in cui come sindacato chiediamo di essere auditi assieme a una delegazione degli assegnatari.
Quanto avvenuto va chiarito e vanno accertate le responsabilità, come vanno rimesse le famiglie nelle condizioni di recuperare i propri beni.
Mai più atti e comportamenti senza rispetto della dignità delle persone!