Parte la raccolta di firme per il referendum abrogativo della Legge sull’Autonomia Differenziata varata dal governo Meloni – Salvini – Tajani.
Già nel primo giorno dei banchetti, il 20 luglio, a cominciare da Fiumicino e Civitavecchia, saremo in piazza, tra la gente, nei quartieri popolari a raccogliere adesioni al referendum e spiegare il rapporto tra l’autonomia differenziata e l’attacco finale al welfare universalistico e alla uguaglianza sociale dei cittadini sul territorio nazionale.
Abbiamo già una esperienza alle spalle e sappiamo cosa ha determinato la cosiddetta riforma del Titolo V della Costituzione con il trasferimento della competenza delle politiche pubbliche sulla casa alle Regioni. Lo Stato si è sostanzialmente sbarazzato della questione abitativa e per quanto di residuale faceva (per esempio i fondi di sostegno per le locazioni e per la morosità incolpevole), ci ha pensato il governo Meloni ad azzerare ogni residua forma di finanziamento nazionale.
Diciannove regioni, diciannove leggi diverse e differenti limiti di accesso e decadenza. I livelli essenziali del servizio abitativo da garantire sul territorio nazionale non esistono. Le Regioni, lasciate a sé stesse, sono ricorse alla vendita e alla privatizzazione del patrimonio abitativo di loro proprietà. In questa assenza, nelle regioni governate dalle destre più becere, hanno cominciato ad essere approvate leggi e regolamenti discriminatori e xenofobi che abbiamo dovuto impugnare (con successo) davanti alla Corte Costituzionale.
Le risposte pubbliche a una sofferenza abitativa sempre più drammatica sono drasticamente diminuite in tutto il territorio nazionale ma le differenze tra le varie aree del Paese si sono acuite. Chi stava peggio è andato ancora più indietro!
Ciò che unifica l’Italia è la sofferenza abitativa strutturale: 650 mila famiglie in vana attesa di un alloggio popolare di cui avrebbero diritto, 90 mila case popolari vuote e non assegnate, 200 mila sfatti esecutivi che incombono come un incubo sulle famiglie più povere, 170 mila pignoramenti alle porte per chi non ce la fa a pagare il mutuo che è stato costretto a contrarre, 1 milione di nuclei in povertà assoluta in affitto, “border line” per cadere nel baratro dello sfratto per morosità.
Estate 2024 di raccolta delle firme e primavera 2025 per vincere con il SI due referendum, tra loro connessi: per cancellare l’infamia dei contratti precari che da eccezione sono ormai la regola e provocano non solo povertà e miseria ma anche la strage quotidiana dei morti e degli incidenti sul lavoro; per cancellare la legge sull’Autonomia Differenziata che è come una pietra di marmo fatta per seppellire per sempre l’unità sociale e civile del Paese.
Per questo, chiediamo uno sforzo straordinario di impegno militante a tutte le nostre sedi e tutti i nostri dirigenti e attivisti. Questo è il momento decisivo per dipanare il filo rosso della nostra azione e far vivere le coalizioni sociali che abbiamo costruito con altri soggetti, a partire dalla Rete dei Numeri Pari e dal Social Forum per il Diritto all’Abitare, da condividere e allargare ai sindacati di base, ai movimenti, associazioni, comitati territoriali.
Una grande campagna di massa di sensibilizzazione nei complessi delle case ERP e nei quartieri popolari: banchetti per le firme tra luglio e settembre, ottobre sfratti zero, raggiungimento del quorum per i referendum, congiungere il no alla guerra e al riarmo con le lotte sociali e la costruzione di una mobilitazione, con una manifestazione nazionale per il diritto alla casa per una spallata al governo delle destre, ma non per tornare a prima, ai governi tecnici o pallidi centro sinistra il cui fallimento ha spianato la vittoria alle destre orrende di oggi.
Due SI che servono per determinare una svolta per una nuova politica e la costruzione di una alternativa vera, per cambiare non solo l’orchestra ma la musica. Solo chi lotta può vincere, chi si arrende ha già perso!