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Il mini condono di Salvini, tanto mini non è

Un approfondimento della compagna Daria Faggi di Livorno sui contenuti del decreto sulla sanatoria edilizia del governo. Da considerare che l’approfondimento, naturalmente, si basa sul testo approvato dal governo e non può ancora tenere conto delle ulteriori e pesanti modifiche che il Ministro stesso ha annunciato in conferenza stampa di voler inserire nel coro dell’iter di approvazione.

In realtà è più facile citare ciò che non viene condonato perché la lista dei condoni è lunga.

Non si possono condonare aumenti di volume significativi, anche se per le piccole unità immobiliari l’aumento può arrivare fino al 5% mentre finora oggi la tolleranza consentita è il 2% per tutti i volumi.

Non si possono sanare abusi in aree ad alto rischio sismico o idrogeologico.

Non si possono avere tardive e posticipate concessioni o autorizzazioni non richieste al momento della edificazione, se la costruzione realizzata è difforme rispetto alle norme urbanistiche e regolamenti edilizi dell’epoca della edificazione del tutto abusiva; per capirci meglio se all’epoca della costruzione del tutto abusiva le norme consentivano la costruzione, qualora fosse stata regolarmente richiesta la concessione alla amministrazione comunale, si può ottenere ex post tale titolo abilitativo, pagando l’obolo previsto. 

Non si possono sanare cambi di destinazione d’uso, se il comune dispone regole precise in materia, nei regolamenti urbanistici.

Ecco finita la lista tutto il resto è sanabile pagando l’ammenda prevista.

In pratica quasi tutto è sanabile, incluse le costruzioni completamente abusive costruite senza titoli abilitativi, ovvero 80% di abusi piccoli e grandi sono sanabili, salvo in zone ad alto rischio (come abbiamo visto). 

Insomma un gigantesco colpo di spugna che mette in regola quasi tutti gli abusi compiuti sul territorio del nostro paese.

Non solo i poveri cittadini incauti che hanno comprato casa senza sapere che la porta spostata, o il bagno ingrandito, registrato al catasto ma privo di titoli abilitativi all’intervento, e che non potevano ne vendere ne regolarizzare la difformità, saranno contenti, ma anche i mafiosi e i disinvolti cementificatori che praticano l’abusivismo come metodo, si sentiranno gratificati e pronti a continuare a fottersene delle noiose regole, come quelle di affidarsi a tecnici qualificati, di chiedere permessi e concessioni, e di pagare costosi oneri di urbanizzazione.

Certo una villetta costruita sull’arenile non è sanabile, e nemmeno quella costruita in zona franosa o sulle pendici di un vulcano, e gli aumenti di volume tollerati sono contenuti, ma questo è un maxi condono altro che mini.

Daria Faggi segretaria sede di Livorno

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