Su “La Nuova Venezia” del 18 giugno pubblicata una lunga intervista a Matelda Bottoni, segretaria della sede di Venezia. Ne riassumiamo le parti più importanti.
“Se anche si riassegnassero tutti gli alloggi sfitti, comunque non sarebbe sufficiente per coprire l’intera platea di richiedenti. Perché ormai a rivolgersi al circuito pubblico sono tantissimi: a chi era in difficoltà un tempo si sono aggiunti gli inquilini morosi sfrattati dal privato, categoria cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, soprattutto in un territorio a forte vocazione turistica come il Veneziano, dove l’acqua granda e il COVID hanno colpito durissimo.”
I dati snocciolati da Matelda Bottoni sono drammatici: “Nel 2022, solo nel territorio comunale veneziano, sono stati eseguiti con la forza pubblica due sfratti al giorno, di media: sono 1924 interventi dell’ufficiale giudiziario, che in 797 casi si sono tradotti in sfratti riusciti…Quando avremo anche i dati relativi al 2023, il quadro sarà anche più chiaro, ma in pratica nell’ultimo biennio dovremmo trovarci con un totale di circa 3000 famiglie uscite di case. Famiglie, non persone.” Per tale ragione, “servirebbero subito almeno 3000 alloggi, solo a Venezia…però non ci risulta che ci sia una simile disponibilità di case vuote non assegnate.”
Non vi è che una sola soluzione possibile, conclude la segretaria di Unione Inquilini: “Non ci si può limitare al riatto, è indispensabile destinare alcune zone del territorio alla creazione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica, sempre però in ottica di rigenerazione urbana e non di speculazione edilizia: servono nuove strutture, nuove case, per andare a coprire una richiesta che è destinata ad aumentare ancora.”