Dopo il riuscito corteo del 25 maggio, la lotta contro il tentativo della giunta comunale di vendere la Casa Albergo di Sesto San Giovanni e di sfrattare gli oltre 100 residenti, non si è fermata e ha trovato un primo sostanziale risultato, con la convocazione dell’Unione Inquilini presso la Prefettura. Un incontro serrato, in cui l’Unione Inquilini, come è suo modo di agire, ha partecipato con una delegazione composta non solo dai dirigenti del sindacato ma anche da un rappresentante degli abitanti. Il comunicato, di cui diffondiamo ampi stralci, diffuso al termine dell’incontro, spiega con chiarezza lo stato della situazione:

“Non abbiamo dovuto inventare nulla, abbiamo solo parlato della mancanza di interventi da parte dell’Ufficio Casa di Sesto in presenza di minori sfrattati, di proposte di rialloggio nei dormitori pubblici di Milano, di coabitazioni per soli tre mesi, di soluzioni abitative non sostenibili a livello economico, di minacce di intervento da parte della Polizia Municipale, di famiglie in sub affitto sfrattate dal Comune stesso.
Alla nostra richiesta di un tavolo a cui costringere l’Amministrazione Comunale con proposte concrete di sistemazione abitativa per gli attuali abitanti della Casa Albergo, il Capo di Gabinetto che sostituiva il Prefetto si è dichiarata non disponibile, forse perché l’accettazione della nostra proposta avrebbe messo in difficoltà l’Assessora Pizzochera.
Incalzata dalle nostre denunce di omissioni di atti di ufficio nei confronti della Giunta, alla fine ha fatto una proposta che, anche se non è un vero e proprio tavolo di confronto, si presenta come un intervento della Prefettura a tutela dei diritti degli inquilini e in particolare dei più fragili dal punto di vista sociale ed economico: invieremo ai Servizi Sociali richieste di incontro per tutti gli abitanti della Casa Albergo che non hanno una soluzione abitativa, con la documentazione relativa, e la invieremo per conoscenza alla Prefettura che si farà carico di verificare il rispetto della normativa relativa all’obbligo alla protezione delle persone in difficoltà da parte della Pubblica Amministrazione.
Stessa procedura seguiremo per ottenere risposte alle domande di cambio della residenza e interventi concreti e preventivi in presenza di sfratti con minori.

La nostra valutazione dell’incontro è complessivamente positiva; ora dobbiamo passare alla fase operativa dell’accordo che prevede la predisposizione delle richieste di incontro con i servizi sociali (ai quali su proposta della nostra interlocutrice) chiederemo di presenziare.”

Insomma, la determinazione e la tenacia dell’Unione Inquilini, la capacità di saper aggregare un alleanza articolata e plurale di associazioni, movimenti forze sociali e politiche, soprattutto la compattezza e la determinazione degli abitanti, hanno prodotto un primo risultato. Lo sgombero, previsto per il 31 maggio, è stato scongiurato e si è aperto un confronto con le istituzioni ma il sindacato non dorme sugli allori e continua la mobilitazione: nessuno sfratto senza passaggio da casa a casa, recupero della Casa Albergo da mantenere pubblica e non svendere.

Di seguito il link all’articolo del Giorno che da conto della mobilitazione del 31 maggio.

https://www.google.com/url?rct=j&sa=t&url=https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/giu-le-mani-dalla-casa-albergo-lunione-inquilini-torna-in-piazza-per-rivendicare-il-diritto-a-un-tetto-32641e01&ct=ga&cd=CAEYACoTNjQwMTM4NTMzNjcyNzQyOTU2NzIaMTE5YTAyMjcwZTk0OWE3Yjpjb206aXQ6VVM&usg=AOvVaw0i2PyEEOhmHGhwTUMkOCcx