martedì, Dicembre 3, 2024
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Social Forum di Bologna: il difficile comincia ora

Intervista a Miche Cirinesi, della segreteria nazionale dell’Unione Inquilini

Domanda: Assieme a Giulia Contini e a Cesare Ottolini, hai partecipato ai lavori del Social Forum di Bologna sull’abitare. Quali sensazioni di porti dietro?

Risposta: Innanzitutto, il colpo d’occhio: diverse centinaia di partecipanti in rappresentanza di almeno un centinaio di organizzazioni, molto diversi tra loro per esperienze, culture di provenienza e modalità di agire. Per dare solo un brevissimo e parziale rappresentazione di questa ricchezza, possiamo distinguere quattro ambiti fondamentali: una serie di associazioni e realtà locali che, anche se differenti tra loro, possiamo definire come Terzo Settore; sindacati degli inquilini (solo Unione Inquilini e SUNIA) e associazioni nazionali e territoriali; realtà di centri sociali e di movimenti dell’abitare metropolitani; personalità del mondo accademico, dell’urbanistica, dell’inchiesta giornalistica. Devo dire che sono rimasto sorpreso che, pur partendo da approcci così distanti, trovare linguaggi comuni e obiettivi condivisi è stato più facile di quanto si potesse prevedere. Un limite è stato quello della presenza di associazioni e movimenti del Sud. Per questo abbiamo deciso, al termine dei lavori, di svolgere nel 2025, il Social Forum sull’Abitare a Napoli.

Domanda: Come siete riusciti a mettere in evidenza le proposte dell’Unione Inquilini e come sono state accolte?

Risposta: L’Unione Inquilini è stata parte attiva della costruzione del Social Forum ed ha partecipato, fin dall’inizio, alla sua fase preparatoria, che è durata oltre un anno. Non eravamo quindi ospiti o esponenti di una organizzazione che si aggregava all’ultimo. Le nostre proposte erano già parte integrante dei documenti preparatori del Social Forum. Tutti e tre noi, Cesare Ottolini, Giulia Contini e io siamo intervenuti nei vari tavoli in cui si sono articolate le giornate di Bologna, devo dire con un generale e convinto apprezzamento. L’Agenda conclusiva del Social Forum lo dimostra chiaramente.

Domanda: A proposito dell’Agenda conclusiva (che pubblichiamo integralmente sul sito) quali sono i punti che ti sembra siano particolarmente significativi?

Risposta: Io credo che abbiamo una grande occasione. La prossima scadenza di “Ottobre Sfratti Zero” potrebbe diventare un primo banco di prova di una grande iniziativa nazionale che coinvolga tutti i soggetti che hanno partecipato al Social Forum. Nell’Agenda, abbiamo concordato che il mese di ottobre dovrà essere l’occasione per il lancio vere vertenze  nazionali per 4 campagne: la denuncia del patrimonio immobiliare inutilizzato; la richiesta del blocco generalizzato della vendita del patrimonio pubblico; la richiesta della moratoria degli sfratti ed il passaggio da casa a casa; la regolamentazione degli affitti brevi, secondo la proposta denominata “alta tensione abitativa”, aggiungendo a questo anche una campagna per il diritto alla residenza per tutti e tutte. Il prossimo 3 giungo, nella riunione del coordinamento nazionale del Social Forum, cercheremo di tradurre queste proposte in concrete azioni. Certamente, si apre una grande opportunità ma credo anche che dobbiamo sapere che qui inizia anche la vera difficoltà. Superarla è il nostro principale compito.

Domanda: Parli di difficoltà, spiegaci meglio.

Risposta: Le campagne non si fanno con le conferenze stampa. Si fanno nei territori, con le iniziative, con l’apertura di conflitti sociali. Altrimenti, rimane ancora tutto nell’empireo del cielo, delle astrazioni e dei buoni propositi. I social forum si devono radicare nelle città, senza un modello prefissato: ognuno con chi trova e con chi ci sta. La cosa che più mi ha personalmente impressionato a Bologna è stato che le persone presenti ripetevano: bene, le idee le abbiamo chiare e le proposte pure, adesso è il momento di agire! Ho sentito, operatori dei servizi sociali dirla con queste parole: siamo stufi che l’Amministrazione scarichi su di noi gli interventi strutturali che è sua responsabilità assumere, siamo pronti a scioperare. Questo deve essere lo spirito e l’energia che dobbiamo infondere. Dobbiamo riuscire a far soffiare un vento di ribellione e di conflitto. Il bivio è questo: o siamo capaci di innestare un vero movimento coordinato, conflittuale e continuativo, oppure il muro non si rompe. Questo è il compito storico che spetta anche alle nostre sedi e a tutte le compagne e ai compagni dell’Unione Inquilini.

Vorrei riprendere questa espressione: la forza della ragione non basta. Dobbiamo costruire la ragione della forza!

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