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Bologna, lotte per la casa e incontri internazionali del terzo tipo

Nei giorni scorsi è andata in scena nella cittadina bolognese una strana e sana convergenza di varie associazioni che si occupano di diritti e che hanno come minimo comune denominatore la lotta per il Diritto alla Casa.

Punto centrale è stata la visita delle compagne dell’associazione “Shift”, Leila Fhara (Direttrice di Shift Canadese, ex relatrice speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’abitare) e Julietta Perrucca (Argentina Vicedirettorice di Shift), che vede tra le sue mission la ricerca, la sensibilizzazione per la rivendicazione del diritto alla casa come bene sociale non come merce, e la difesa dei diritti umani, sostenendo e promuovendo la difesa locale e di base del diritto all’abitazione, incoraggiando gli Stati a regolamentare l’impatto del mercato privato sull’edilizia abitativa.

Il contatto con l’Unione Inquilini di Bologna è avvenuto grazie alla collaborazione e al lavoro che in questi anni è stato fatto a livello internazionale con l’Alleanza Internazionale degli Abitanti, organo internazionale a cui appartiene l’Unione Inquilini, da Cesare Ottolini, responsabile Unione Inquilini dei rapporti con l’internazionale.

Con grande piacere l’Unione Inquilini Bologna ha costruito gli incontri con le associazioni con cui ha rapporti politici e amichevoli per portare una visione della città: ciò rispecchia quel percorso di costruzione di una Coalizione Sociale che ambisce al cambiamento politico del pensiero neoliberista che permea ancora la nostra società.

Primo step è l’incontro al quartiere popolare del Navile con l’associazione XENIA che si occupa del diritto dei migranti, lo studio e l’azione sulle migrazioni, lo sviluppo APS e la realizzazione di progetti cooperativistici per i migranti.

L’interlocuzione con la presidente Marzia Casolari è esauriente, incisiva e capillare sulla situazione che i migranti trovano ogni giorno sui percorsi tortuosi alla casa, al lavoro, alla partecipazione della vita politica e sociale della città. Spesso veri e propri muri burocratici e culturali, dal sapore razzista, costruiti per non integrare e rendere svariate parti delle comunità migranti, presenti a Bologna, ricattabili sotto tutti i punti di vista del diritto.

La delegazione si sposta poi di pochi chilometri, sempre nel popolare quartiere della Bolognina, agli alloggi di Via Caracci, occupati dall’associazione PLAT con famiglie di lavoratrici e lavoratori.

Bellissima è l’accoglienza nel caseggiato: a darci il benvenuto è il primo nato in occupazione, solo tre mesi fa, Mohamed, con il suo solare sorriso attaccato alla sua mamma che ci fa visitare la casa, interamente ristrutturata dal progetto di autocostruzione e autofinanziamento che le famiglie e PLAT stanno applicando nella realtà, bloccando di fatto l’alienazione degli appartamenti di via Caracci, dando valore ad un bene pubblico che finirebbe sul mercato privato in una situazione dove alta è la richiesta di case popolari, quasi 6000 solo a Bologna, presentando all’amministrazione cittadina un progetto fattibile di autorecupero e autogestione a fini abitativi che vede la partecipazione attiva e democratica degli abitanti stessi.

A parlare, degustando un accogliente e caldo the e cibo marocchino, con le ospiti internazionali sono state direttamente le famiglie che hanno raccontato il loro vissuto e che hanno dato modo di raccogliere le rivendicazioni degli abitanti e degli attivisti del sindacato metropolitano. Si spera che nella città “più progressista d’Italia” tali rivendicazioni trovino al più presto udienza.

Lasciamo il caseggiato popolare dopo foto e abbracci fraterni alla volta di via Ranzani, sede del sindacato LINK-Studenti Indipendenti. Qui siamo accolti dalla rappresentante nazionale del sindacato Gaia, e da Marianna, che si occupa delle politiche abitative per le studentesse e gli studenti che vivono l’università bolognese. Ampia e discussa è stata la situazione abitativa che migliaia di universitari vivono sulla propria pelle ogni giorno, dallo strapotere del mercato privato, che vige anche nei campus, al ruolo che la lunga mano della parte più reazionaria del movimento cattolico ha ancora oggi sulle sistemazioni degli alloggi per le studentesse e gli studenti, fino alle liberiste politiche abitative che vengono proposte dalla plenipotenziaria Ministra alla Università, cittadina bolognese, Anna Maria Bernini, totalmente rigettate dal movimento. Un piano di lotta iniziato la primavera scorsa con le tende in piazza e che con un intersecarsi di percorsi politico sociali continua la sua costruzione nella realtà quotidiana.

Ultimo, ma non per importanza, è l’incontro con il rappresentante dell’associazione Pensiero Urbano Fabio D’Alfonso, che illustra il percorso fatto con altre centinaia di associazioni per l’istruttoria cittadina presentata al consiglio comunale nel 2019, per proporre soluzioni al crescente ed influente potere economico e sociale di AirB&B in città, e di come l’associazione, a cui partecipa anche Unione Inquilini Bologna, stia mettendo in campo progetti di cultura formativa, come la Scuola di Diritto all’Abitare, che verrà fatta in via San Donato 149 negli spazi del vivace Circolo ARCI Ritmo Lento, dove come Unione Inquilini teniamo sportello per la casa ogni giovedì, progetto importante e ambizioso.

Salutiamo le nostre compagne e amiche Laila e Julietta, sicuri che porteranno questa giornata nei loro cuori come momento di vita reale del lavoro che le realtà bolognesi che si occupano di diritti sociali compiono tutti i giorni nella carne viva della città, e che i dati da esse raccolti possano portare aiuto e condivisione al progetto di cambiamento di paradigma cittadino.

Unione Inquilini Bologna

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