domenica, Dicembre 22, 2024
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Milano non è una città per poveri, 25 persone senza corrente da due settimane. Cosa ne pensa il PD?

Dichiarazione di Silvia Paoluzzi, Segretaria Nazionale Unione Inquilini.

” Da ben 2 settimane nel residence sociale Aldo dice 26 per Uno a bambini, disabili e anziani hanno staccato la luce.
Nella città di Milano con ben 10 mila case popolari vuote l’Amministrazione Sala non è riuscita a collocare 25 persone che ora vivono al freddo. L’unica soluzione proposta dall’Assessore Maran sono stati i dormitori, una proposta inaccettabile per gran parte dei nuclei che hanno preferito tornare nel residence mantenendo la propria dignità. Si chiede con forza il rispetto delle convenzioni internazionali e quindi il passaggio ad un alloggio adeguato.
Il Sindaco Sala ha abbandonato il residence Aldo che da sempre è riconosciuto anche a livello nazionale come un’esperienza d’avanguardia nata per dare una soluzione temporanea alle famiglie sfrattate da case private a cui il Comune non era in grado -pur avendone riconosciuto i requisiti- di dare alcuna soluzione al momento dello sfratto. Si tratta in molti casi di famiglie conosciute o addirittura indirizzate, in mancanza di alternative, dai Servizi sociali di Milano e del comuni dell’hinterland.
Possibile che nell’ultra moderna Milano, con 10 mila casa popolari vuote, quella dove la Procura ritiene alcuni grattacieli abusivi e chiede Comune di Milano di disporre la “sospensione delle attività” su palazzi e cantieri sotto accusa e ha “90 giorni” per “provvedere alla demolizione delle opere” oppure acquisire gratuitamente e “di diritto al patrimonio disponibile”, non si trovi un alloggio adeguato per 25 persone?
Milano è città importante a guida centrosinistra, una guida che ha una sua influenza anche su altre città. Chiederemo un incontro ad Elly Schlein, Segretaria Nazionale PD e a Majorino responsabile casa PD, per chiedere loro una iniziativa programmatica su Milano che rappresenti una inversione delle politiche abitative attuate a Milano fino ad oggi che non hanno rappresentato una risposta concreta al fabbisogno abitativo dei più poveri e dei precari della casa. “

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