Dopo le indiscrezioni giornalistiche sul piano prefigurato dal Comune, su richiesta di Unione Inquilini , oggi abbiamo avuto un incontro al riguardo con la vicesindaca, che ha illustrato nel dettaglio la natura degli interventi previsti.
Si tratta di un atto di indirizzo politico, nel quale si delineano le linee generali del piano suddetto, cosa oggettivamente positiva, considerato che le giunte precedenti non hanno fatto alcunchè sulla questione casa, ma va sottolineata la totale assenza di impegni quanto alla realizzazione concreta ed ai tempi dei diversi interventi, tutti di la da venire.
Un limite, quello sull’incertezza degli importi, stante il quadro generale di probabili aumenti indotti dalla spirale inflattiva, che inducono a ritenere obbligatoriamente che il piano casa del comune di Bologna si sostanzi in una iniziativa dove, purtroppo, “la propaganda” prevale sulla pragmatica realtà .
Nello specifico rileviamo che ci sono alcune questioni aperte: in particolare perciò che concerne le aree ex militari la loro destinazione d’uso è ancora tutta da scrivere, e in più e senz’altro da sottolineare, e per noi respingente, la prevalenza di alloggi Ers su alloggi Erp.
E’ bene ricordare la sostanziale differenza tra edilizia residenziale pubblica ed edilizia residenziale sociale, poiché in quest’ultima tipologia rientrano differenti modalità di gestione:
• edilizia convenzionata agevolata in cessione;
• edilizia in coabitazione con servizi condivisi (co-housing) in cessione.
• edilizia convenzionata agevolata in locazione con patto di futura vendita;
• edilizia in locazione a canone concordato;
• edilizia in locazione a canone convenzionato;
• edilizia in locazione a canone moderato;
• edilizia pubblica in locazione a canone sociale;
• residenze convenzionate per studenti universitari.
L’esperienza maturata in altre città ci insegna come l’assegnazione e la gestione degli alloggi di Edilizia Residenziale Sociale è stata completamente demandata agli operatori privati.
Abbiamo, come Unione inquilini, fatto proposte.
Riteniamo, ad esempio, che sia necessario ed urgente un censimento del patrimonio pubblico inutilizzato e degradato, gestito da Acer e Asp, da lungo tempo in attesa di interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica, e, di conseguenza, definire tempistiche credibili di recupero abitativo.
Il piano del Comune di Bologna rappresenta ben poca cosa di fronte al fallimento delle politiche abitative attuate in Italia, da parte dei governi che si sono succeduti fino ad oggi, e anche da Regioni e Comuni, tutte tese ad abbandonare l’edilizia residenziale pubblica giudicata obsoleta a favore di commistioni pubblico-privato, senza alcun effettivo beneficio a favore dei cittadini.
Infatti, con la fine del blocco, anche su Bologna si è abbattuta l’ondata degli sfratti, per non parlare dell’aumento delle rate del mutuo della casa schizzare per l’inflazione, in una situazione già di grave disagio legata alla precarietà delle condizione lavorativa e alla perdita di posti di lavoro, che possiamo riassumere nello slogan “Perdi il lavoro, perdi la casa”.
Per di più, sulla questione casa il Governo, nella sua prima legge di bilancio, ha azzerato i fondi contributo affitto e morosità incolpevole, ovvero gli unici, seppur insufficienti, ammortizzatori sociali nel settore abitativo, dimostrando l’assoluta mancanza di una pur minima percezione sulla emergenza strutturale della questione abitativa.
Non crediamo, infatti, che piano casa di legislatura paventato dal Ministro Salvini porti al rilancio di politiche abitative pubbliche, dove per pubblico non si intenda affari per privati, banche e palazzinari.
Con queste posizioni Unione inquilini parteciperà alle Assemblee pubbliche sulla casa previste per il 10 ed il 15 maggio 2023.